LA COLLEZIONE
All’interno del Museo della Tecnica Elettrica convivono tre collezioni principali: Enel (300 oggetti), Sirti (3028 oggetti) e la collezione universitaria, formata da oltre 1000 pezzi. Al nucleo principale periodicamente si aggiungono donazioni di privati che incrementano il già cospicuo patrimonio.
Le collezioni permanenti sono allestite in cinque sezioni espositive e una tematica che ripercorrono, attraverso un percorso storico, le tappe principali della scoperta e dello sfruttamento dell’energia elettrica, dalla sua produzione, alla distribuzione e all’impiego sia su scala industriale sia in ambito domestico.
1 -LE ORIGINI (FINO AL 1880)
Nel Settecento gli studiosi dell’elettricità sono una comunità scientifica virtuale. Essi viaggiano, si scrivono e presentano i loro esperimenti nei salotti dell’alta società. Suscitano ammirazione e curiosità impiegando l’elettricità per usi didattici e medici oltre che per intrattenimento. Intorno al 1800 Alessandro Volta perviene ad una intuizione decisiva: la pila. Per la prima volta è possibile produrre un debole, ma continuo, flusso di elettricità. Dalla sua invenzione nascono lo studio scientifico della corrente elettrica e la ricerca delle sue applicazioni pratiche. Nel 1831 Michael Faraday compie la scoperta fondamentale dell’induzione elettromagnetica, sulla quale si basa il funzionamento di generatori e motori.
A metà dell’Ottocento si ottengono le prime applicazioni pratiche dell’elettricità: la telegrafia, la deposizione elettrolitica, e, successivamente, l’illuminazione.
2 – L’ELETTRICITÀ SI AFFERMA (FINE DELL’OTTOCENTO)
Chi avrebbe immaginato, a metà Ottocento, che l’elettricità avrebbe reso possibile una rete intercontinentale di comunicazioni telegrafiche? Alla fine del secolo, il successo commerciale del telefono e gli esperimenti pionieristici di telegrafia senza fili, suscitano stupore ed ammirazione sia tra gli scienziati sia tra il grande pubblico. Gli sviluppi più importanti si registrano nelle applicazioni dell’elettricità all’illuminazione. Dal 1880 entrano in uso le lampade ad incandescenza e pochi anni dopo l’elettricità viene impiegata per le tramvie e le ferrovie, mostrando così tutta la potenzialità e la versatilità di questa nuova sorgente di energia.
3 – L’ELETTRICITÀ PER TUTTI (INIZIO DEL NOVECENTO)
Nella prima metà del Novecento le centrali per la produzione di elettricità aumentano di numero e di dimensioni, le reti di trasmissione si diffondono in tutta Europa. I tram elettrici appaiono in molte città e si impiega l’elettricità in quasi tutte le nuove ferrovie. I motori elettrici sono sempre più frequentemente impiegati nell’industria, per azionare le macchine. I primi collegamenti telefonici richiedono l’impiego di un operatore, ma sono gradualmente rimpiazzati da centralini automatici. Le trasmissioni radiofoniche cominciano negli anni Venti, quelle televisive alla fine degli anni Trenta, ma solo in alcune località. Intorno agli anni Cinquanta circa metà della popolazione del continente possiede l’illuminazione elettrica in casa, ma sono ancora in pochi a possedere frigoriferi e lavatrici.
Si sviluppano nuovi tipi di illuminazione e le aparecchiature elettriche cominciano ad essere largamente impiegate anche nella diagnostica medica e nella terapia.
4 – L’ELETTRICITÀ OVUNQUE (SECONDA METÀ DEL NOVECENTO)
L’elettricità è ormai disponibile in quasi tutte le case d’Europa, ma ci sono ancora parti del mondo dove essa non arriva. Le reti di potenza coprono intere nazioni e attraversano i confini nazionali. La maggior parte delle centrali elettriche impiega turbine che usano il vapore prodotto con combustibile fossile o nucleare.
Per l’illuminazione delle strade si usano lampade a scarica. Le lampade a fluorescenza, dapprima impiegate principalmente in ambienti pubblici e commerciali, cominciano ad essere impiegate in quelli domestici dopo la Seconda Guerra Mondiale. I transistor e gli altri dispositivi a semi-conduttore, compresi i circuiti integrati, rivoluzionano le comunicazioni elettriche ed i sistemi di calcolo.
La “società dei consumi”, che prende avvio in questo periodo, si alimenta di elettricità ed è controllata dall’elettronica; inizia il processo di miniaturizzazione di tutti i dispositivi. Alla fine del secolo i personal computer e i telefoni cellulari diventano prodotti di largo uso privato. Nelle case l’elettricità trova un crescente impiego, dallo spazzolino da denti ai sistemi di allarme.
5- L’ELETTRICITÀ DA OGGI AL FUTURO
La richiesta di elettricità continua a crescere, ma ci sono problemi accanto ai benefici. Le centrali che bruciano combustibili fossili producono anidride carbonica, contribuendo così al riscaldamento globale, mentre l’eliminazione delle scorie delle centrali nucleari è un problema non ancora risolto. Questi problemi possono venire parzialmente risolti in due modi: alcuni miglioramenti nelle tecnologie di controllo consentono di ottenere soluzioni di risparmio energetico e lo svil nuoveuppo di sorgenti di energia elettrica, come le celle solari e le celle a combustibile, consentono di evitare la generazione di sottoprodotti dannosi. In futuro la fusione nucleare, la sorgente di energia del sole e delle stelle, potrebbe diventare una risorsa concreta.
I progressi dell’elettronica portano a dispositivi più piccoli ed “intelligenti” in tutti i campi: energia, comunicazioni, svago, medicina e robotica. Le automobili diventano sempre più “elettriche” ed i calcolatori sempre più piccoli e potenti. Nell’era dell’informazione si può comunicare all’istante e con altre persone ovunque nel mondo, come se si fosse nella stessa stanza. Oggi il nostro mondo contiene così tanti apparecchi elettrici che è impossibile immaginare la nostra vita senza elettricità.
SEZIONE TEMATICA
A partire dal 2008 il Museo è entrato in contatto con l’Associazione Radioamatori Italiani, Sezione di Vigevano (A.R.I. Vigevano). Il 2 ottobre 2009 venne inaugurata la mostra temporanea “MARCONI09, comunicare senza fili: dai segnali ai suoni” nell’ambito delle celebrazioni per il centenario del conferimento del Premio Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi e a Karl Ferdinand Braun per il loro contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili. Grazie a questa collaborazione e a una parte della Collezione Sirti Spa, il mondo della radio ricetrasmissione è illustrato all’interno dell’esposizione permanente del museo.
Sempre in questo ambito si trova in esposizione anche un altro reperto che sebbene, tecnicamente, non faccia parte delle radio ricetrasmittenti, sicuramente fa parte della storia del ruolo rivestito dalle comunicazioni radio durante le Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di uno degli oggetti più preziosi e interessanti della collezione: la macchina Enigma. La storia di questa tecnologia è così ampia, complessa e interessante da aver ispirato lungometraggi, serie tv, saggi e romanzi; attorno a essa sono nate leggende e hanno gravitato personaggi di grande rilievo: uno su tutti, il matematico Alan Turing. Con il suo lavoro, Turing influenzò così profondamente lo sviluppo dell’informatica che oggi è considerato uno uno dei suoi padri fondatori.